Trieste - Liberty & Secession (VII)

Via delle Zudecche. Il nome deriva da un vocabolo che anticamente designava le concerie e Kandler ricorda che nel 1775 c'era una conceria di un certo Luzzatto nei paraggi. Il palazzo sul lato destro della via è opera dell'impresa Ghira e Polacco (1924) ed è sempre stato sede di uffici professionali, politici ed associazioni, in particolare lo studio dell'architetto Umberto Nordio, la sede dell'Unione Stenografica Triestina (fondata nel 1869 da Enrico Noe e Guido Du Ban), quella del partito Repubblicano con la società Sportiva Edera, assieme all'Associazione Mazziniana e l'Associazione delle Comunità istriane.

Sopra e a sinistra:
Via Ugo Foscolo 20 - Palazzo Liberty progettato
dall'Arch. Giovanni Maria Mosco nel 1905

Casa dei Meloni del 1910 (Arch. Umberto Fonda)
tra Via Ippolito Pindemonte e via dei Bonomo.

La casa prende il nome dalle sfere in pietra
somiglianti a dei meloni poste in cima.

Casa De Stabile del 1906 progettato dall'architetto Max Fabiani tra Via Belpoggio e Riva Grumola - Il signor Ernesto de Stabile affida il progetto Max Fabiani per la realizzazione di uno stabile quattro piani, pianoterra e cantine solo in minima parte destinato ad abitazioni. Il proprietario si riserva l’ultimo piano come abitazione padronale, (di cui il Fabiani cura personalmente anche gli arredi interni in stile secessionista), e destina il piano terra a caffé viennese . Il de Stabile fa specifica richiesta all’architetto anche della realizzazione sulla facciata di erker che gli permettano di godere del panorama del mare ma soprattutto di vedere tranquillamente da casa il suo yacht ormeggiato allo Yacht Club Adriaco. La facciata quindi presenta sull’angolo fra riva Grumula e via Belpoggio un erker piuttosto aggettante che viene a formare un torretta cilindrica, il bugnato rinascimentale che copre il pianterreno e ad altezze diverse il primo piano, sopra le finestre del secondo e del terzo piano campiture rettangolari decorate a stucco con motivo di fogliame, dal tetto scendono pluviali intesi come elementi decorativi tutti elementi tipici dell’architettura di Max Fabiani (da: http://itinerari.comune.trieste.it/)



Via Alessandro Volta 12

Via San Marco 49

Casa Schott in Via Martiri della Libertà, Via Ruggero Manna e Cecilia de Rittmeyer: L'edificio, in stile Liberty, fu progettato nel 1906 dall'ingegnere S. Deutsch per Ulrica Schott e costruito tra il 1908 e il 1910. L'immobile, che ospitava l'abitazione della famiglia Schott e un laboratorio per i filati, fu più volte rimaneggiato tra il 1949 e il 1960. In particolare, negli anni Cinquanta, Edoardo Schott Desico fece ampliare la casa affidandosi all'ingegnere Antonio Guacci.

Casa Schott era la sede dell'attività industriale nel settore laniero di Edoardo Schott. Oltre ad industriale, Schott era stato anche un diplomatico e scrittore giornalista. Nella sua casa conservava il suo ricco archivio storico e industriale, relativo principalmente agli anni Venti, in cui svolse un'intensa attività politica e diplomatica. Alla sua morte lasciò i suoi documenti, per testamento, al Museo del Risorgimento. Edoardo Schott lavorò anche come giornalista, facendo il corrispondente di guerra del Popolo d'Italia e del Lavoro. In casa Schott visse e lavorò per molti anni anche il pittore Carlo Sbisà, genero di Edoardo Schott. Nel maggio 1985 Edoardo Schott Desico vendette la palazzina alla Società Edile Lombarda, che intendeva demolirla per la costruzione di un nuovo edificio.

Nei primi mesi del 1987 ebbero inizio i lavori di demolizione dello stabile, bloccati nel mese di marzo dal decreto di vincolo della Soprintendenza. Seguirono due ricorsi al TAR del Friuli Venezia Giulia da parte della società proprietaria dell'immobile, ma in entrambi i casi venne sancita la validità del vincolo. Nel luglio del 1988 la Soprintendenza di Trieste approvò un progetto per la ristrutturazione dell'edificio che prevedeva il mantenimento dei caratteri stilistici originari per le facciata esterne, mentre gli interni vennero completamente modificati. L'anno successivo si iniziarono i lavori di recupero di casa Schott, che attualmente comprende un magazzino, locali d'affari e abitazioni. Nel decreto di vincolo della Soprintendenza si evidenzia come l'edificio si contraddistingue per la preziosità delle modanature e decorazioni di stile Liberty e per la qualità del disegno architettonico. Ciò particolarmente riguarda i disegni delle finestre e dei marcapiani, l'uso del bugnato e le balaustre delle terrazze. Tutti elementi che risultano perfettamente equilibrati e in sintonia con il gusto architettonico dell'epoca. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)



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